Il panico della quiete

Le consecutive vittorie ai punti di Rajoy, Rutte e Macron impongono un ragionamento non solo finanziario ma anche geopolitico al fatto che i populismi dell’area euro hanno meno successo dei populismi extra europei molto probabilmente perché esprimono in forma eccessiva un nazionalismo che in molti paesi viene vissuto da una parte della popolazione come un rischio eccessivo per una economia dell’area ancora fragile ma comunque interdipendente una dall’altra.

In ogni caso i movimenti collegati all’elezione di Macron come nuovo presidente francese hanno avuto luogo soprattutto prima della vittoria ufficiale nel più classico degli andamenti dei mercati finanziari.

La forza dell’euro ad esempio dopo un iniziale euforia sta tornando su livelli comunque ancora elevati ma simili a quelli post primo turno francese.

In ogni caso al momento ancora premiati sono stati gli asset  di rischio con l’MSCI WORLD che ha ottenuto grazie al rally Macron oltre il 3% di rialzo.

Al contrario i rendimenti obbligazionari nonostante la debolezza delle materie prime, hanno ricominciato a salire per un aggiustamento del premio del rischio  a favore degli asset più rischiosi, risalita che ha visto coinvolti tutti i rendimenti governativi o quasi.

Cosa può succedere ora?

Naturalmente c’è ancora spazio per un recupero della liquidità parcheggiata sull’obbligazionario a favore dei mercati azionari ma questo spostamento non  può avere caratteristiche esponenziali per il livello dei debito sistemico e per la crescita correlata che non è adeguata per il rimborso del debito stesso.

Vi è però l’evidenza che la liquidità dell’area USA e dell’area Cinese è chiaramente in fase di contrazione e nel giro di qualche mese questa contrazione potrebbe manifestare i propri effetti su quegli asset considerati in bolla.

Evidentemente la bolla è sull’obbligazionario ma in caso di rialzo deciso dei rendimenti questi avrebbero un impatto negativo sugli asset di rischio e sui rendimenti complessivi.

Monitorare quindi l’andamento del mercato obbligazionario governativo che può salire ancora un po ma non può rompere livelli chiavi per non causare il panico sul mercato obbligazionario e quindi sul mercato del debito.

Inoltre da seguire a nostro parere il mercato cinese che da sempre indica con i suo larghi movimenti  le situazioni di crisi anche perché motore di liquidità che ricordiamolo ha salvato i mercati occidentali da una recessione ben più intensa durante la crisi del 2008 e l’andamento delle materie prime industriali che oltre ad essere correlate con l’andamento dell’economia cinese hanno di fatto permesso agli earnings globali di recuperare in maniera significativa dai minimi dei precedenti quadrimestri.

Infine una riflessione sull’ansia che il vix ad una cifra sta causando sugli operatori finanziari. Questa calma dei mercati sembra chiamare una prossima esplosione della volatilità ma in realtà questo meccanismo è lo stesso che ha consentito ai mercati, insieme alla liquidità, di superare indenne le forche caudine delle tensioni geopolitiche viste negli ultimi due anni.

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La paura che l’eccesso di tranquillità possa causare una restrizione di liquidità da parte delle banche centrali e quindi la correzione dei mercati fa più paura delle tensioni geopolitiche, del nucleare coreano ecc che nel mondo della finanza risultano eventi più virtuali della liquidità in pancia alle banche centrali.

Pregasi trovare nuove ragioni di tensioni geopolitiche da risolvere per causare nuovi travasi di liquidità e politiche monetarie accomodanti!

 

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