Portafogli ottobre 2019: fragilità

Entriamo nel mese di ottobre con un pò di nodi che arrivano al pettine: la Brexit di Johnson con la deadline del 31 ottobre ma meglio del 19 ottobre, l’impeachment di Trump , i dazi all’Europa (di cui avevamo già preannunciato l’arrivo) , la manovra fiscale in Italia.

I nostri portafogli-benchmark hanno prsso una posizione difensiva ormai da mesi, più o meno elastica a secondo del loro algoritmo,  ma la prestazione è stata positiva per gli ETF più aggressivi (IUSA e EMKT) e meno per le obblgazioni e per l’oro che lascia parte dei guadagni eccellenti di agosto. Una posizione che ha salvato in parte i brevi ma decisi movimenti di correzione, segna di un equilibrio che anche se non ottimizza i guadagni, riduce il rischio.

E quindi nonostante la buona prestazione degli asset più rischiosi, i nostri benchmark restano cauti e mantengono la stessa impostazione di inizio settembre;

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DMA7 resta sull’azionario USA ma solo per il 40% del valore del portafoglio, con il rimanente 60% in liquidità

 

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e ACDM conferma anche l’oro, oltre alle scelte precedenti: da notare come adesso i guadagni teorici siano davvero interessanti, sull’ordine del 15% annualizzato: esagerati persino, segnale di un possibile eccesso nelle quotazioni …