Controllo di volatilità

In queste ultime settimane i temi del mercato si sono confermati ma i dati macro hanno almeno parzialmente rimescolato le carte.

Gli asset cinesi hanno preso a seguire quelli internazionali grazie ai dati macro migliori delle aspettative e nonostante le IPO che tendono a drenare liquidità.

Invece le criptocurrency hanno stornato come sospettavamo ma la causa della correzione è attualmente interna (la possibilità di uno split del bitcoin) per cui possibile ancora una gamba rialzista prima di un eventuale sell off più deciso e correlato alla mancanza di liquidità.

Ma i rischi evidenziati nel recente passato restano e per questo la prudenza rialzista deve essere sempre alta.

La correlazione tra l’andamento della volatilità, quella dei mercati obbligazionari e quelli azionari sebbene vari in base alle notizie macro, è strutturale nel medio lungo periodo, e cambiamenti radicali dell’andamento dei mercati si avranno quando uno questi fattori mostrerà una maggiore incertezza che potrà essere causato da uno degli indicatori di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli (andamento asset cinesi, criptocurrency, posizioni ribassiste sulla volatilità ed andamento della stessa ed eccessi sui fondamentali complessivi).

Prima ogni reazione anticipata sarebbe un errore.

Siamo in uno dei rally più potenti della storia costruiti sulla liquidità fornita ai mercati da parte delle banche centrali che sono riluttanti a toglierla ma hanno anche paura di una prossima epocale bolla che esploda seminando un panico incontrollabile.

La bolla finanziaria su molti asset e soprattutto su quelli più diffusi è evidente dalle valutazioni nonostante i tentativi di mostrare il contrario.

Dal punto di vista sociale una bolla finanziaria chiede ancora più polarizzazione della situazione economica individuale e nel lungo periodo anche questo può portare a fenomeni negativi per la crescita economica.

Lo strapotere delle corporate globali è ai massimi ma anche questo è a rischio rovesciamento.

Per tutti questi motivi siamo positivi sui mercati ma pronti a liquidare totalmente i portafogli nel caso questi fenomeni si amplifichino.

Stretta monetaria in arrivo?

Nello scorso articolo abbiamo indicato nelle manovre monetarie delle banche centrali uno dei fattori critici dei prossimi mesi, e subito dopo Draghi prima e FED poi hanno esternato le loro intenzioni, in modo ancora provvisorio ma creando già scompiglio nel mercato.

Draghi ha rilasciato la scorsa settimana delle dichiarazioni che i commentatori, e quindi il mercato, ha interpretato come precursori di un futuro tapering, una riduzione del QE. Notare che per ora gli acquisti proseguono, e prima di una riduzione è da immaginare una fase di assestamento. Fase di restrizione che negli USA è iniziata nel 2015 come è chiarissimo nel grafico più sotto dello shadow rate, mostrando come le due leve del tasso e del QE siano in parte disgiunte, e come il tasso si sia mosso prima del tapering.

Le minute del FOMC hanno indicato ai mercati il possibile rientro della seconda leva della manovra monetaria USA, quella della offerta di moneta in questo caso nella forma del QE. I tassi infatti sono la parte più evidente ma non la più importante delle leve a disposizione delle Banche Centrali, e l’acquisto sul mercato di strumenti finanziari ha anzi rappresentato l’intervento più cospicuo. Dato che la dimensione dell’attivo delle varie banche è un dato oggettivo ma di difficile interpretazione univoca (chi infatti può dire quale sia il valore ‘adatto’ o ‘corretto’ degli asset detenuti da una Banca Centrale? Non a caso il dibattito è aperto anche in Europa, tra le posizione della Bundesbank e quelle della maggioranza delle altre nazioni), un metodo è stato identificato da Wu e Xia con il loro ‘shadow rate’ di cui abbiamo già parlato lo scorso anno: in sintesi, è il tasso teorico che si calcola utilizzando i derivati monetari e quindi dovrebbe rappresentare più correttamente l’equilibrio tra domanda e offerta di moneta. Il limite è che il calcolo, per scelta dei ricercatori, diventa pari al tasso di sconto della Banca Centrale una volta che diventa positivo.

Leggiamo il tasso Wu Xia della FED

A prescindere come detto che ora il tasso-ombra non si calcola più perché è positivo, e questo è un limite di questa tecnica, si vede bene come il tasso sia stato crescente già dal 2015: e questo senza che gli asset della FED si siano nel frattempo ridotti, si erano solo fermati gli acquisti (linea rossa orizzontale del grafico precedente) .

 

E ora leggiamo il tasso Wu Xia della BCE

Il tasso-ombra è ancora non solo negativo, e quasi al 6% mentre la FED era arrivata al -3% circa, ma che al 31 maggio (ultima rilevazione) è ancora in discesa, mentre gli acquisti proseguono la loro crescita.

 

Per ultimo, il tasso ombra della Bank of England

 

Evidenti le politiche espansive della BoE, ora sugli stessi livelli di quelli della BCE ma in passato erano stati anche più espansivi… la forza dell’economia inglese si è avvantaggiata molto della leva monetaria

 

 

Quindi è ancora presto per rilevare un effettivo cambio di rotta rispetto agli scorsi mesi, e del resto il calcolo è aggiornato mensilmente con ultimo dato del 31 maggio: ma è una utile aggiunta ai nostri indicatori per capire se e quando inizierà la fase restrittiva …

… fase che in USA come in EU necessita di una ripresa economica solida che non si appoggi alla stampella monetaria: la Cina sembra reggere  con il PMI manifatturiero in espansione

E i dati di venerdì sulla economia USA ci diranno qualcosa sulla economia americana, in attesa delle ‘rivoluzione fiscale’ promessa da Trump.

 

 

 

 

Portafogli per luglio: conferme e timori

Chiusura di giugno con il brivido regalato dalla BCE sulla possibile fine del QE europeo, che lascerebbe solo BoJ in fase espansiva. Era stato scritto proprio nel precedente articolo come la spinta monetaria fosse divergente e come esistessero ormai diffusi timori sul protrarsi della manovre espansive, quando la scorsa settimana proprio draghi ha dato corpo ai peggiori timori, causando reazioni sia nel comparto azionario che in quello obbligazionario per tacer delle valute. Per ora si è trattato solo di un brivido estivo, ed attendiamo l’autunno per parlare di restrizione, a meno che eventi esterni non giochino un ruolo imprevisto. La reazione degli operatori è stata chiarissima, e negativa: troppo presto per chiudere i rubinetti della moneta, anche se oggi i PMI cinesi mostrano ripresa e quindi solidità dell’economia mondiale.

i portafogli modello hanno subito un mese di giugno piatto e una scivolata finale, archiviando il peggior mese dell’anno ma recuperando già qualcosa con l’inevitabile rimbalzo: il loro motore algoritmico è di medio periodo e quindi non è stato ancora influenzato nelle sue scelte, che si confermano uguali a quelle del mese precedente. Vediamo in dettaglio.

a cdm 201707

A_CDM  ha avuto un aggiornamento dell’algoritmo, che adesso opera su dati daily e non monthly, e non è stato ottimizzato mantenendo le stesse impostazioni che però, su un database con più dati, cambiano leggermente (e in meglio) le prestazioni.  Le scelte di maggio erano leggermente più prudenti della versione monthly, con il EM13.MI obbligazioni europee da 1 a 3 anni a posto dei Tbond a 10 anni dell’altra versione: una scelta più prudente, ma sempre una perdita di circa 1.400€ in giugno. E in luglio conferma il mix precedente, che già nella giornata di oggi ha beneficiato del rimbalzo.

EM13.MI            LYXOR UCITS ETF EMTS 1-3Y INV G

IEMB.MI            EMER MARKETS BOND TITOLI DI STATO EMERGENTI

IHYG.MI            EURO OBBLIGAZIONARIO CORPORATE – HIGH YIELD

MEU.MI             AZIONARIO EUROPA

dma7 201707

DMA7_EU è più aggressivo, dato che sceglie su asset class azionarie ripiegando sull’obbligazionario solo in mancanza di possibilità di profitto interessanti. Ed anche qui il mese di giugno, abbastanza tranquillo ma con la correzione finale, togliendo 1.549€ ai precedenti profitti. Confermate le scelte su DAX e FTSEMIB, visti come potenzialmente meglio impostati rispetto ai titoli americani o emergenti, scelta che già nella prima giornata di luglio ha recuperato le perdite della chiusura dello scorso mese: speriamo sia di buon auspicio per le prossime settimane!