Cina ed energia

Ribadiamo che è dal QT USA ( e cioè dal Quantitative Tightening) che i mercati finanziari hanno cominciato a tentennare.

Certamente la decisione della BCE di implementare un operazione di QE nel frattempo ne ha limitato gli effetti ma la sequenza di manovre restrittive USA ha avuto un maggiore impatto:

  • Riduzione e poi fine degli acquisti di obbligazioni e MBS
  • Aumento del dollaro
  • Rialzo dei tassi

la debolezza superiore del mercato USA rispetto ai precedenti rialzi dei tassi da parte della banca Centrale USA è a nostro avviso la conferma dei timori del mercato su una stretta già di lunga durata.

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I mercati che più anno patito questa decisione made in USA sono stati gli emergenti da una parte e le materie prime dall’altra con una predilezione per le commodities energetiche investite da un duello rusticano tra produttori volta ad eliminare dal mercato quelli più deboli; lotta che è ancora in corso e non ha ancora manifestato vincitori e vinti grazie alla notevole resistenza dei produttori shale.

In questi ultimi mesi il mercato si è concentrato sui dilemmi della crescita cinese e sulla potenziale distruzione produttiva della battaglia del petrolio.

Tutte tendenze deflazionistiche che hanno avuto come risultato l’avvitamento di molti mercati.

Come si può vedere dal grafico oltre ad alcuni mercati che non vedono nuovi massimi assoluti da più di un decennio e oltre (e l’Italia è uno di quelli) anche i mercati forti anno segnato in questi ultimi giorni correzioni nell’ordine del 10% 20%.

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Se la causa della correzione sono quindi questi due temi intrecciati è evidente che solo il recupero di questi mercati può indirizzare il mercato verso un recupero più duraturo.

Da una parte il cambio dello Yuan offshore è stato stabilizzato da massicci interventi della Banca Centrale che hanno ridotto l’offerta di Yuan ad Hong kong con acquisti massicci ma questo non ha ancora calmato il mercato alle prese con una crisi di fiducia sulla potenziale crescita economica che ribadiamo dai nostri dati sembrerebbe in discreto recupero.

Naturalmente non saranno certo le nostre considerazioni che cambieranno il corso degli eventi ma aggiungiamo che la crescita di correlazione tra mercato cinese e mercati occidentali potrebbe far finire anche questa marcata tendenza da parte degli analisti occidentali a criticare con una certa veemenza le difficoltà della Cina ed a tralasciare i molti difetti delle economie occidentali.

Per quanto riguarda invece l’oil la sua stabilizzazione dipende anche da quanta produzione verrà distrutta da prezzi sempre più bassi. I primi segnali di debolezza della produzione USA si stanno manifestando così come l’agitazione di alcuni dei produttori OPEC come la Nigeria che alle prese con la caduta della valuta sembrano pronti a richiedere un meeting straordinario dell’associazione.

da notare poi che i danni cominciano a manifestarsi sulla qualità del credito dell’Arabia Saudita che si trova il CDS (cioè il costo della protezione del rischio default) allo stesso livello di quello del Portogallo!

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Il focus sulla produzione USA è certo un problema ma forse i tempi sono maturi per un suo calo. I dati API appena usciti sono contraddittori ma sembrerebbe che si riesca a vedere per il 2016 un buon calo produttivo.

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La lenta reazione dei mercati azionari è la logica conseguenza di questi due timori che non si sono ancora chiariti, su questi dati valutiamo con una certa positività la buona reazione dei mercati europei che sembrano mostrare una discreta reattività da monitorare.

Un dato importante è la discreta tenuta sia delle obbligazioni tripla CCC USA e di quelle HY energy sempre USA che sono in leggera divergenza positiva rispetto all’andamento del mercato azionario.

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Un ultima considerazione sull’episodio successo stasera relativamente alle due navi della marina USA bloccate nel Golfo Persico dai Pasdaran con 10 marinai USA catturati.

Sebbene si tratti di un episodio minore è evidente di come la situazione dell’area sia incandescente e di come gli USA non giochino più quel ruolo di unica superpotenza mondiale a cui siamo stati abituati negli ultimi 20 anni.

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