Il punto G-20, maneggiare con cura

Se nel precedente articolo ci eravamo focalizzati sulle Banche Centrali e sul loro afflato previsionale in via di ridimensionamento, non possiamo dimenticare l’importanza del meeting del G-20 cinese che già dal lontano febbraio avevamo indicato come un momento importante non solo per il futuro dei mercati economici finanziari ma anche mondiali.

Rispetto alle precedenti considerazioni non possiamo non notare che arriviamo a questo appuntamento meglio del previsto. Le divergenze monetarie che tanto preoccupavano sono state ammortizzate grazie al rallentamento dei rialzi da parte della FED ed ad una più convinta azione delle altre banche centrali in termini di QE,  ed anche di altre misure non convenzionali non sempre gradite (vedi tassi di interesse negativi). Anche la divergenza di crescita economica è andata almeno parzialmente riducendosi tra USA ed Europa ed il resto del mondo, e nonostante diverse sacche di debolezza a partire dagli utili ed arrivando ad alcuni importanti paesi,  l’economia e la finanza mondiale hanno passato mesi turbolenti tutto sommato con tranquillità e con una volatilità relativamente contenuta.

Nonostante quindi la cooperazione monetaria abbia funzionato, abbiamo visto che i banchieri centrali chiedono alla politica una maggiore cooperazione internazionale dal lato fiscale, spingendo i governi a maggiori stimoli fiscali atti a far ripartire sia gli investimenti pubblici sia quelli privati che il basso tasso di ritorno complessivo e l’elevato indebitamento fanno ritardare.

La politica arriva però al G-20 in uno stato di nervosismo latente che si spera venga risolto. Abbiamo più volte indicato nella geopolitica un fattore di rischio ampiamente sottovalutato ma altamente rischioso: la sottovalutazione del rischio geopolitico è un classico del sistema economico attuale, che ha l’obbligo di mostrare in facciata la parte buona dei suoi aspetti e nascondere sotto il tappeto gli aspetti negativi e degenerativi.

Ora, mentre la finanza ed i banchieri centrali si attendono accordi di governance decisivi per far ripartire gli investimenti, non possiamo non elencare tutti una serie di rischi che alcuni ottimi articoli di Bloomberg hanno già evidenziato in questi giorni ma che a mio avviso non sono stati enfatizzati:

1)Mar Cinese : ancora oggi Obama ha reiterato il messaggio che la Cina non deve flettere i muscoli nel mar cinese meridionale contro gli altri paesi rivendicanti territori e mari solo grazie alla sua immensa dimensione. Ma come sappiamo l’escalation nella regione è sempre in agguato, e se da un lato si saluta con positività la relativa distensione delle relazioni tra Cina e Vietnam, la costruzioni di atolli artificiali poi militarizzati rende il tutto sempre più difficile

2)Tensione Cina Corea: per gettare benzina sul fuoco la Corea del Sud ha deciso l’installazione del sistema missilistico difensivo americano THAAD suscitando le immediate proteste sia dei cinesi che dei russi che ritengono che il sistema missilistico potrebbe interferire con i propri sistemi di difesa e controllo territoriale. Con la scusa della Corea del Nord, il passo della Corea del Sud ha di fatto immediatamente raffreddato gli interessi cinesi verso la Corea con un calo significativo delle relazioni commerciali tra i due paesi.

3)Tensioni Cina Giappone Quando il ministro della difesa cinese è un militare ed il ministro della difesa giapponese una nazionalista, il rischio di incomprensioni è sempre molto alto. La battaglia sulle isole Sensaku dura oramai da tempo ma le tensioni tra i due paesi che si sfidano per l’egemonia dell’area è sempre più manifesta.

4)Tensioni  Russia verso UE/USA: non dobbiamo dimenticare che in Ucraina il cessate il fuoco vero non c’è mai stato e gli scontri di artiglieria ed i morti sono all’ordine del giorno. Gli USA hanno aumentato le sanzioni verso Mosca e la situazione tende ad incancrenirsi sempre più senza una soluzione credibile e con il rischio di una tragica escalation

5)Tensione Turchia USA Dopo il fallito colpo di stato la Turchia si è riavvicinata significativamente alla Russia, allontanandosi dai paesi occidentali accusati di aver sostenuto i golpisti. Il ruolo chiave di crocevia tra occidente oriente e medio oriente ha dato alla leadership turca una ragione per sentirsi un paese che può giocare le sue carte nello scacchiere geopolitico mondiale, oscillando ora verso un mondo ora verso un altro.

6)Tensioni Cina verso Australia e UK Anche gli altri paesi anglofoni giocano la loro partita nell’indebolire il gigante asiatico, ma mentre le ragioni dell’Australia sono sempre legate alle tensioni derivanti dalle isole contese del mar cinese meridionale, per l’Inghilterra è stata la decisione del nuovo primo ministro inglese di ritardare il grande investimento nella centrale nucleare che dovevano costruire principalmente i cinesi, cosa che ha innervosito recentemente gli asiatici che hanno dichiarato che le relazioni diplomatiche dei due paesi sono ad un crocevia importante.

Come si può notare una situazione non certo idilliaca.

Qualcuno potrebbe obiettare che questi fenomeni  di tensione geopolitica anche sfociati in conflitti locali non hanno avuto nel recente passato effetti particolarmente significativi sui mercati e spesso, vedi le guerre d’iraq, sono state una buona ragione per comprare sulla debolezza.

Purtroppo però parliamo di un mondo molto differente da quello del recente passato come abbiamo avuto modo di illustrare nei precedenti articoli; e quindi conflitti anche regionali di questa natura avrebbero impatti di notevole rilevanza sui cicli economici in essere: ed è per questo motivo che siamo ritornati a monitorarli con attenzione.

Nel frattempo il mercato sembra predisporsi sempre più ad un possibile rialzo dei tassi USA;  e come avevamo detto questa preparazione va seguita con attenzione, in particolare se causerà movimenti volatili e violenti sui vari mercati.

Al momento i cross hanno si mostrato un certo recupero del dollaro soprattutto contro Yen e questo di per se è positivo perché stabilizza l’economia nipponica mentre una minore forza si è avuto contro euro e Yuan perché considerati già stabilizzati su questi livelli.

Diverso il discorso sui bond governativi, dove invece abbiamo visto movimenti più nervosi, anche se al momento non hanno ancora segnalato a nostro avviso nessun pericolo.

In particolare, abbiamo deciso di monitorare i titoli giapponesi non certo perché sono i più facili da scambiare ma perché sono quelli immersi da più tempo in un ciclo deflazionistico; e nonostante le condizioni del paese non presuppongano ancora una fuoriuscita significativa da questo ciclo,  il mercato obbligazionario è in una situazione ancora più matura che nel resto del mondo.

Teniamo conto che un eventuale possesso di un decennale giapponese rollato ogni due anni con pari scadenza (cioè ricomprando ogni 2 anni un nuovo decennale per mantenere la duration iniziale) avrebbe ampiamente sovraperformato la borsa nipponica negli ultimi 25 anni, una forte anomalia statistica che fa riflettere su tutte le logiche di asset allocation che ci hanno illustrato negli ultimi anni.

Quello che notiamo è che il trend degli ultimi anni del titolo mostra un prezzo con caratteristiche paraboliche,  e quindi un prezzo che solitamente vive il rischio di un fenomeno di inversione anche violenta. A nostro avviso un break sopra zero sarebbe un primo segnale di importante cambiamento del trend di medio, mentre per il trend di lungo occorre che il movimento parabolico del prezzo venga rotto al ribasso.

Japanese-Govt-Bond-TSE-2nd-Month-Continuation-2016-09-02-chart2

Japan-10yr-Bond-Yield-2016-09-03-chart

Questo rialzo agostano dei tassi senza eccessiva enfasi ha di fatto però consentito ad un settore bistrattato come il finanziario di recuperare un po’ di forza relativa, e questo ha permesso agli indici di migliorare la propria performance complessiva.

Anche l’ indice europeo del settore bancario, nonostante il mood molto negativo, è riuscito ad impostare un interessante bear market rally,  che ha molto a che fare con la possibilità di un rialzo quantomeno della curva dei tassi ed una maggiore pendenza che dovrebbe consentire una maggiore profittabilità alle istituzioni finanziarie.

Mentre l’indice USA del settore ha rotto decisamente al rialzo le resistenze di breve, quello europeo è evidentemente ritardatario: ma molto probabilmente le prossime decisioni delle varie banche centrali potranno confermare o negare il movimento in atto.

Purtroppo ancora sono le decisioni delle banche centrali, e non la capacità del mercato di generare extra rendimento dalle proprie capacità interne,  il motore dei movimenti dei mercati.

Euro-STOXX-Bank-2016-09-02-chart

 

 

2 pensieri su “Il punto G-20, maneggiare con cura

  1. Tra i rischi di scenario al momento non abbiamo elencato perché esulava dal discorso del G-20 il rischio di un elezione americana con due candidati tendenzialmente deboli per problemi sicuramente diversi ma reali. nell’ultimo sondaggio Reuters/Ipsos Trump ha superato la Clinton dopo essere stato sotto anche per 12 punti. Un segnale che anche queste elezioni saranno molto combattute e che la polarizzazione della politica è sempre più evidente anche negli USA. Questo non aiuta a prendere decisioni di coordinamento economico globale.
    http://www.zerohedge.com/news/2016-09-03/trump-leads-clinton-latest-reuters-poll-were-gonna-need-another-tweak

    "Mi piace"

  2. Il rischio geopolitico è un rischio sottovalutato perché è uno di quei rischi che viene poco o per nulla pubblicizzato al contrario dei rischi economici/finanziari che vengono utilizzati per indirizzare i comportamenti degli operatori nella maniera più efficace possibile.
    Per questo il monitoraggio di questi fenomeni diventa evidentemente più importante degli altri che ci vengono poi illustrati in maniera abbastanza estesa dai vari operatori.
    per questo motivo introduciamo un osservatorio dei rischi geopolitici da aggiornare saltuariamente e che evidenziano i punti di crisi più importanti del momento:

    1)L’attacco odierno della Libyan National Army del generale Haftar (sostenuto dagli USA) alla LPG (Libyan Petroleum facilities Guard) nella località strategica di Sidra al confine delle aree controllate da Libya Dawn rischia di provocare un escalation militare tra le due principali forze del paese e far piombare nuovamente il paese nel caos

    2)la tensione tra le due Coree è di nuovo alle stelle tra esperimenti missilistici e progetti per distruggere Pyong Yang e questo mentre gli USA premono perché il sistema antimissilistico THAAD venga installato in Sud Corea

    3)Cominceranno domani le esercitazioni navali congiunte Cina/Russia nel conteso mar Cinese meridionale a ribadire la posizione di predominanza regionale del gigante asiatico nei confronti dei paesi vicini. Esercitazioni che dureranno 8 giorni.

    4)Al momento la tregua Russia/USA per la Siria non sembra reggere.

    "Mi piace"

Lascia un commento