Il mese di novembre ha portato un pò di tensione sui mercati finanziari, tensione dovuta soprattutto ad aggiustamenti per equilibri intermarket, per ribilanciare i portafogli alla discesa del dollaro, e a qualche movimento per prese di beneficio. La discesa del dollaro non aiuta le esportazioni europee, e i listini del vecchio continente sono compressi anche dalla nuova tornata di regola della BCE, con un giro di vite sugli NPL che deprime il comparto bancario a causa della necessità di contenerli al 10% degli impieghi (posizione molto prudente sula esposizioni ai crediti alla clientela, si attende che EBA abbia altrettanto rigore anche sulla esposizione sui derivati). In generale i listini hanno segnato il passo, e i profitti dei nostri benchmark, cloni degli operatori ‘medi’, hanno sofferto nelle ultime settimane.
il portafoglio A_CDM ha bruciato una buona metà dei guadagni da inizio anno, portandosi vicino alla parità ma con un recupero nei primi giorni di dicembre; nella allocazione mantiene le scelte del mese precedente, sostenute dalla crescita dei mesi precedenti.
Anche DMA_7 ha avuto un mese di novembre difficile, il peggiore del 2017, sempre per le difficoltà legate alla forza dell’euro; ma ancora si confermano le scelte del mese precedente, Emerging Markets al 60% e FTSEMIB al 40% , anche se i primi giorni sembrano essere meno favorevoli a questa scelta, che subisce ulteriori ribassi spingendo l’utile al 8,97% su base annua.
E la spiegazione di queste basse performances è evidente dal nostro indicatore Keplero: i valori tra i più bassi del 2017, compressi dalla componente sentiment e economia reale, anche se la liquidità e la componente di analisi tecnica restano positivi.
Infine, uno sguardo d’insieme ai mercati che mostra un petrolio ancora relativamente forte, e molte altre componenti raggruppate intorno alla crescita zero, tra cui il rame in fase riflessiva e i titoli bancari europei ed italiani, che scontano i nuovi vincoli imposti dalla vigilanza europea.
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